Bentornati cari amici, riprendiamo il nostro racconto sulla band di Liverpool. Siamo nel 1966, l’animo ribelle di John Lennon afferma “siamo più famosi di Gesu Cristo”, provocando reazioni di protesta e indignazione. Nello stesso anno la band pubblica Revolver, contenente grandi classici come “Taxman” ed “Eleanor Rigby”. Revolver è esattamente il tipo di lavoro che ogni artista vorrebbe pubblicare e avrebbe il piacere di considerare come il culmine della propria carriera. Il risultato di questo disco è probabilmente legato al fatto che ormai per i beatles, fare tournè era diventato una offesa alla musica, in quanto i concerti erano diventati grosse speculazioni economiche per i carenti mezzi tecnici dell’epoca. Difatti nemmeno loro riuscivano più a sentire ciò che suonavano, sovrastati dalle grida dei loro fans. In quell’anno ognuno di loro si prende dello spazio per se stesso ed iniziano a girare voci, subito smentite dalla band, su un possibile scioglimento dei beatles.
Ed è così che dal 1967 cominciano i cosiddetti studio years, gli anni in cui i beatles si dedicarono eclusivamente alla produzione discografica piuttosto che alle esibizioni dal vivo. Il primo album di questa nuova fase è Sgt Pepper’s Lonely heart’s club band, che può essere considerato il primo concept album della discografia.
La scelta di non esibirsi più dal vivo, diede uno stimolo creativo alla produzione musicale dei beatles. Sgt Pepper è uno stupefaciente collage di musica parole rumori di sottofondo, messaggi cifrati ed effetti orchestrali, costato 9 mesi di lavoro e 40’000 sterline.
Con l’album a seguire i Beatles decisero di mandare loro stessi in un magico e misterioso tour sull’onda delle sperimentazioni psichedeliche dell’album sgt pepper, ora enfatizzate e portate ad un livello successivo. Magical Mystery Tour contiene brani celebri come Hello goodbye , Penny lane, strawberry fields forever e all you need is love. Il giorno di Natale dello stesso anno la BBC trasmette la prima mondiale dell’omonimo progetto cinematografico.
Ma arriviamo al famoso anno 1968, delle rivoluzioni, dell’amore libero e delle contestazioni sociali. In questo anno i beatles pubblicano uno degli album che meno li ha visti collaborare insieme, presentando infatti molti brani scritti e registrati nell’autonomia dei singoli. Tuttavia la potenza espressiva di questo album è rappresentata da brani come While my guitar gently weeps, happiness is a warm gun, dear prudence, blackbird, goodnight, helter skelter fino alla psichedelica sperimentazione di number 9. Da questo album ci andiamo ad ascoltare un brano di paul mc cartney, ripreso successivamente con grande successo dal gruppo i “marmelade” in cui l’autore gioca strizzando l’occhio al mondo del reggae.
Ce lo presentano:
Tastiere: Tommaso Scordo
Basso: Roberto Paladino
Chitarra Elettrica: Samuele Lensi
Batteria: Matteo Bonardo
Elettrica ritmica
: Alice Dasco
Acustica ritmica: Alessia Amorese
Voce: Cristina La gona
Pianoforte: Francesca Tresoldi
di paul mccartney, “o-bla-di o-bla-da”