Non è ancora finito il 1965 che viene pubblicato l’album “Rubber Soul” anch’esso, come del resto tutti gli altri, prodotto da George Martin.
Rubber Soul rappresenta il primo passo dei beatles nel mondo del mistico.
La sostanza di questo lavoro e i taglienti giudizi sociali, indicano che il periodo della canzonetta innocua e innocente è stato superato.
La classifica dei 500 migliori album di tutti i tempi stilata dalla rivista Rolling Stone lo colloca al quinto posto.
La foto di copertina è tratta da uno scatto di Robert Freeman, che aveva già lavorato per le illustrazioni di quasi tutti gli album precedenti del gruppo. L’idea dell’immagine distorta nacque per caso, quando il fotografo cominciò a proiettare delle diapositive su un cartone bianco del formato di una copertina di long playing per studiare l’immagine giusta da scegliere. Il cartone si inclinò leggermente all’indietro e l’effetto “stirato” piacque così tanto che si decise di stampare l’immagine nonostante l’evidente distorsione.
Quasi a simulare l’effetto di un acid trip, la copertina offriva in definitiva un primo assaggio dell’ “anima di gomma” che si celava dietro il gruppo, per sottolineare ulteriormente l’inizio della transizione verso quelle sonorità rock psichedeliche che sarebbe stata portata a compimento nei successivi album Revolver e Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, e per dare l’idea che i quattro musicisti producessero musica trovandosi in un’altra dimensione.
L’album si apre con un rock vigoroso e serrato che vede in avvio un breve e graffiante assolo di chitarra, seguito da una batteria energica che introduce la voce solista di McCartney e gli altri strumenti a supporto.
È proprio questo il brano tratto da rubber soul che andiamo ad ascoltare ce lo presentano:
Basso: Marco Maselli
Batteria: Federico De Santis
Chitarra elettrica solitsta
: Federica Giuffrida
Chitarra elettrica ritmica: Arianna Ravioli
Voce: Alice Dasco
Piano: Alessandro Bertoli
di Paul Mc Cartney, “Drive my car” !!!