Il 25 febbraio 1969, giorno del suo ventiseiesimo compleanno, George Harrison si recò da solo in sala di registrazione per incidere una copia dimostrativa di quello che sarebbe diventato a giudizio unanime il suo grande capolavoro. In quella sede, George si esibì in parti strumentali alla chitarra, al piano e in sezioni vocaliche, mettendo su nastro un demo tanto semplice quanto suggestivo.
In un primo tempo, forse per paura di un rifiuto da parte dei suoi compagni, Harrison offrì la canzone a Joe Cocker che la incise con qualche lieve variazione nelle parole e nella tonalità di base; invece, nonostante i timori dell’autore, Lennon e McCartney si dissero rammaricati per la decisione di cedere la composizione, proponendo di registrarla come gruppo ad Abbey Road.
E infatti il brano fu registrato per diverse sedute fino alla sovraincisione finale degli archi che ebbe luogo il 15 agosto 1969.
Il pezzo è dedicato alla moglie Pattie Boyd e le parole iniziali prendono spunto dal brano Something in the Way She Moves del cantautore americano James Taylor che aveva esordito nel dicembre 1968 con un album su etichetta Apple nel quale McCartney aveva suonato il basso.
Dopo Yesterday, è la canzone dei Beatles della quale sono state realizzate più cover. Negli anni ottanta, Frank Sinatra avrebbe definito questo brano «la più grande canzone d’amore degli ultimi cinquant’anni».
Ce la fanno ascoltare:
Pianoforte: Tommaso Scordo
Basso: Roberto Paladino
Chitarra solista: Daniele Procopio
Batteria: Antonella Barbaro
Chitarra acustica ritmica: Gabriele Malinverni
Tastiere: Gabriel Ferro
Voce: Ornella iadarola:
di George harrison, questa è “Something” !!